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Bill: Piano economico per il Socialismo

Details

Submitted by[?]: Rifondazione Social-Comunista

Status[?]: defeated

Votes: This is an ordinary bill. It requires more yes votes than no votes. This bill will not pass any sooner than the deadline.

Voting deadline: November 2838

Description[?]:

Questo piano è stato elaborato dal PSCdI con l'aiuto del ministero delle finanze e ha come unico scopo la creazione di un'economia di tipo socialista in Istalia. Il piano rimarrà in discussione indicativamente fino al Gennaio 2838, in modo tale da poter essere discusso da tutti i partiti che attualmente sono al governo. Il nostro scopo è quello di creare alla fine della discussione una riforma condivisa da tutte le forze della Sinistra Istaliana. Questo, ovviamente, ne assicurerebbe l'approvazione, che noi riteniamo necessaria ed urgente. Il PSCdI, nella persona del sottoscritto ministro delle finanze, nel caso in cui non sia raggiunto un accordo tra le forze della SI presenterà comunque il piano in parlamento e lo metterà ai voti.

Domenico Colli,
ministro delle Finanze

Proposals

Debate

These messages have been posted to debate on this bill:

Date15:47:40, October 19, 2009 CET
FromUnione dei Soviet Istaliani - S.I.
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageSottoporremo il disegno di legge al prossimo C.C. che si riunirà venerdi. Riteniamo però i tempi un po troppo lunghi, l'Istalia ha bisogno di decisioni concrete e nel breve periodo. Proponiamo pertanto dicembre 2836 come termine della discussione.

Ciccio Ratti,
Presidente del Soviet Supremo

Date16:20:55, October 19, 2009 CET
FromRifondazione Social-Comunista
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageAbbiamo specificato nella descrizione della proposta che la scadenza da noi fissata è indicativa, il limite massimo entro il quale il piano dovrà essere presentato per poter essere votato in questa legislatura. Se la discussione dovesse terminare prima il piano verrà presentato prima. E' una data fissata per garantire un dialogo articolato tra le forze della Sinistra Istaliana e non rischiare di essere precipitosi. Inoltre è abbastanza evidente che questa discussione si protrarrà a lungo, a causa della portata rivoluzionaria del Piano.

Domenico Colli,
Ministro delle Finanze

Date01:01:01, October 21, 2009 CET
FromPartito Borisista Istaliano - S.I.
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageCari compagni,
con grande unità e compattezza il PBI proclama la propria contrarietà al Piano Colli. Si potrebbe discutere sui singoli punti, che comunque ci vedrebbero contrari, ma preferiamo affrontare il problema alla radice di questa proposta che evidenzia una diversa maniera di vedere il mondo. Oggi in Istalia le aziende sono proprietà dei lavoratori e gestite dai lavoratori. Siamo orgogliosi di aver messo fine allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e di aver dato vita ad una società più libera e democratica. Ma non abbiamo liberato i lavoratori dal giogo del capitale per imbrigliarli in quello della burocrazia. Non abbiamo eliminato i vecchi padroni per sostituirlo con uno nuovo che, pur con il fine sociale che ha lo stato, sottragga a chi lavora la proprietà dei mezzi di produzione. Noi crediamo che in alcuni settori (istruzione, sicurezza...) il ruolo dello stato debba essere predominante ma non possiamo impedire che liberi cittadini decidano insieme di iniziare un'attività; anzi è una maggiore libertà di scelta per il cittadino. Altresì vogliamo guardare alle persone nel loro complesso e nella loro umanità e non possiamo per questo sostenere la visione secondo cui tutte le abitazioni ed i terreni agricoli debbano essere statalizzati. Crediamo che tutti abbiano diritto ad una casa ma crediamo anche che in nome di questo diritto non si debba sottrarre alle persone casa loro che è parte della loro identità, non possiamo togliere ad una persona la possibilità di poter vivere nella casa dov'è cresciuta qualora ella lo desideri.
Alla fine di queste riflessioni ci siamo trovati a dover scegliere: a scegliere tra i lavoratori e la burocrazia, tra la libertà e la subordinazione.
Libertà ai lavoratori!
Raffaello Bartoletti
Segretario del PBI

Date11:06:07, October 21, 2009 CET
FromPartito illuminista - S.I.
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageIl Partito Illuminista esprime parere contrario alla proposta del Partito Socialista. Proviamo ad articolare meglio la nostra posizione.

-Lo stato deve avere un ruolo esclusivo nel settore dell'istruzione, per il bene delle future generazioni
-Lo stato deve avere un ruolo prevalente in alcuni settori fondamentali, quali la sanità, la ricerca, il settore bancario, la produzione di energia. Accanto ai servizi forniti a tutti dallo stato è però possibile ammettere in questi settori anche attività private (per quanto strettamente controllate e regolate). Ad esempio: lo stato deve gestire gli ospedali garantendo a tutti i cittadini un'assistenza sanitaria gratuita e di alto livello. Questo non esclude che possano esistere piccole cliniche a pagamento che però devono rispettare tutti gli standard di servizio e sicurezza del settore pubblico.
-Per quanto riguarda le altre aziende, tra cui quelle agricole, riteniamo che il sistema migliore sia quello di farle gestire da assemblee di lavoratori e non direttamente dallo stato

Aggiungiamo inoltre che, pur riconoscendo allo stato un ruolo fondamentale, riteniamo che una decentralizzazione realizzata affidando competenze alle regioni (che dello stato sono parte integrante) possa essere utile per determinati settori.

Partito Illuminista - il Comitato Centrale

Date17:26:20, October 21, 2009 CET
FromRifondazione Social-Comunista
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageCompagni,
vorremmo rispondere alle vostre obiezioni, specie a quelle del PBI che più ci colpiscono vista la storica vicinanza di vedute che abbiamo con esso, che in molti frangenti ha portato i social-comunisti ed i borisisti ha creare un partito unitario.
A nostro parere il PBI non comprende le motivazioni di questa riforma, che abbiamo già definito "rivoluzionaria". Voi compagni continuate a seguire la visione (a nostro avviso erronea) secondo la quale abolendo il "padronato" si risolvono automaticamente tutti i problemi derivati dall'economia di mercato. Questa visione, che non esitiamo a definire socialdemocratica, è per noi un abbaglio, una sovrastruttura ideologica imposta da concezioni riconducibili ancora al capitalismo, e spiegheremo il perchè.

La riforma, fondamentale ed indiscutibile, che ha portato le imprese ad essere gestite dai consigli di fabbrica NON risolve comunque nessuna delle piaghe legate all'economia della ricerca del profitto. Se alla gestione delle fabbriche da parte dei lavoratori non si affianca contestualmente l'abolizione della proprietà privata su di esse si crea solo un sistema dove al posto del padrone c'è un gruppo di padroni (e fin qui niente di male, se costoro sono anche lavoratori), che comunque dovrà scontrarsi con altri gruppi di padroni secondo le logiche del capitalismo, prima tra tutte quella della concorrenza, teoria che, alla luce dei fatti, mostra tutta la sua erroneità. Questo non lo tolleriamo. Vedere i consigli di fabbrica uccidersi sul terreno del libero mercato sarebbe una delle più grandi sconfitte del socialismo in Istalia. Ma è proprio quello che accade attualmente. Nulla è cambiato rispetto a prima, le imprese più grandi soffocano quelle più piccole, le stritolano a colpi di quote di mercato, uccidendole. E così quei lavoratori diventati padroni si troveranno di colpo padroni di niente, padroni di una fabbrica morente, o già morta. Non siate naif, non dovete pensare che il mercato cooperativo sia più "buono" del mercato padronale, non dovete pensare che i lavoratori-padroni siano esseri più "buoni" dei padroni di un tempo: se il mercato glielo impone si comporteranno esattamente come i loro predecessori. Questo noi social-comunisti lo vogliamo impedire, vogliamo impedire che la riforma sulla gestione delle aziende sia resa pressochè inutile dal persistere di un sistema capitalista (o socialdemocratico, che non è comunque alternativo all'economia di mercato). A nostro avviso, compagni, è impossibile eliminare le storture del mercato. Chi pensava che ciò fosse possibile ha fallito, ha seguito la strada verso un miraggio. Noi a questo miraggio non crediamo, perciò continueremo ad affermare che il mercato non è correggibile. Il mercato va abolito. Ma di certo non va abolito seguendo il modello sovietico, che voi richiamate nel vostro intervento attraverso la citazione della "burocrazia". Il nostro modello è assai diverso, ma non dissimile. Noi vogliamo che i lavoratori abbiano un effettivo e totale controllo della gestione aziendale, senza ingerenze statali se non per attività di controllo economico, ma non al fine di un maggior profitto. Questo rende la riforma una vera è propria rivoluzione in senso socialista. Il fine deve essere l'aumento del benessere dello Stato tutto, che passa per ogni singola azienda istaliana. Dobbiamo dare ai lavoratori una funzione molto più importante di quella che hanno ora, una funzione che li porterà a gestire al meglio le loro aziende, senza doverne obbligatoriamente affossare delle altre, per tendere sempre più verso il monopolio, meta ultima di ogni capitalismo. I lavoratori saranno comunque "padroni" delle loro aziende, ma non lo saranno per cercare profitto, bensì per il bene dello Stato. Saranno come dei tutori, ai quali lo Stato affida i suoi fattori produttivi affinchè essi li gestiscano per il bene dello Stato stesso, che è di conseguenza anche il loro, se lo stato è socialista. Se un gruppo di lavoratori volesse costituire un'azienda sarà lo Stato a dare loro la possibilità di farlo, non verrà impedito loro di produrre per il bene dello Stato. Nessuno sottrarrà a chi lavora i mezzi di produzione, perchè essi sono dello Stato, perciò di tutti, e verranno comunque gestiti da quei lavoratori. Lo Stato inoltre migliorerà anche quei mezzi a loro disposizione, se l'azienda sarà gestita in maniera efficiente, come siamo sicuri che avverrà e già avviene nell'attuale sistema "socialdemocratico". In questo punto, ed in quello successivo sulla proprietà della casa e dei terreni agricoli, scorgiamo in voi quella concezione, propria innanzitutto dei liberali, ma per osmosi diffusasi anche a sinistra, secondo cui possiamo avere solo ciò che ci appartiene, ciò che possediamo. Questa idea, oggetto dell'analisi di Marx, è quanto di più fasullo sia stato inculcato nelle mente umana dal capitalismo. Un'idea che combacia quasi totalmente con un'altra, quella della "tendenza naturale" alla proprietà insita in ogni uomo sin dall'alba dei tempi. Questo falso pensiero ha giustificato ogni tipo di capitalismo, ed ora pare sia stato adottato anche a sinistra dagli illustri compagni del PBI. Non è vero che per avere, per usufruire, per godere di un bene si debba possederlo, è una menzogna che noi, qui ed ora, vogliamo smascherare, abbattendo le fondamenta di interi capitoli dei Codici Civili delle"democrazie" liberali. Nessuno di noi sfratterà una famiglia che abita nella stessa casa da decenni, nessuno farà questo; ripetiamo: non vogliamo fare una replica del modello sovietico. La nostra è un'idea diversa: si dia una casa (e non una stanza con un bagno) a tutti, chi già la ha se la tenga e continui a goderne, ma che nessuno possegga un'abitazione. Ovviamente questo discorso non vale se si ha un ettaro di villa, anche se il proprietario è un lavoratore (quindi padrone), in quel caso prevale la lotta alle disuguaglianze, non possiamo accettare tali affronti e tali ingiustizie, la villa diventerà un gruppo di abitazioni più piccole. Ed a questa posizione va riallacciata la nostra proposta sulle banche, poichè la situazione attuale è folle.
Non ci pare, quindi, di abolire nessuna libertà dei cittadini, se non quella di arricchirsi enormemente sfruttando le storture del libero mercato e riducendo così alla povertà altri lavoratori. Ma a noi questa libertà pare un soppruso e non la tolleriamo.
Alle obiezioni, più programmatiche che in merito alla proposta in sè, del PI rispondiamo che innanzitutto nessuno propone di fare gestire le aziende dallo Stato, questa è una mistificazione od un errore di comprensione. Per il resto la posizione è molto simile a quella del PBI, perciò rimandiamo a quanto detto in precedenza.
Vorremmo far notare comunque che quanto da voi affermato è in netto contrasto con i valori sui quali fu fondata la Sinistra Istaliana. Questo dovrebbe spingerci, e questa volta sul serio, ad un ripensamento dell'organizzazione o della sua linea politica. Non si può abiurare il socialismo facendo ancora parte di un'organizzazione di partiti che ha come simbolo la Bandiera Rossa con falce e martello. Se è così, essa non ha più motivo di esistere.



Documento redatto dal Presidente del Partito Social-Comunista d'Istalia Cecco d'Esculo e dal segretario Giuseppe Baffo, approvato all'unanimità dal CC del PSCdI.

Date18:15:02, October 22, 2009 CET
FromUnione dei Soviet Istaliani - S.I.
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageAi compagni della S.I.

Compagni, il C.C. dell'Unione dei Soviet Istaliani ha esaminato e preso in visione il pacchetto di leggi presentato dal Ministro Colli e ne ha dibattuto al suo interno nella sessione plenaria di questa mattina.

Alleghiamo il documento finale redatto dal Presidente Ciccio Ratti e dal Responsabile per l'Economia Leonardo Benevento approvato dal C.C. il 22 luglio 2836 con 254 voti favorevoli e 5 astenuti

Compagne e compagni, il nostro partito è chiamato oggi a discutere il documento programmatico e legislativo che il Ministro Colli ha presentato qualche giorno fa. Premettiamo che il nostro paese ha intrapreso,anche, e lo diciamo con orgoglio, grazie al nostro modesto contributo, una via di riforme politche che finalmente potrà condurci verso l'uguaglianza sociale, il superamento del sistema capitalistico, il trionfo dei lavoratori. Un paese in cui la lotta alla speculazione si può vincere e si vincerà, in cui i lavoratori saranno la spina dorsale del sistema produttivo, in cui il grande latifondo sarà abolito. Sono obiettivi di medio e lungo termine che questo governo, di cui siamo parte e che rappresenta la grande coalizione della sinistra italiana, deve raggiungere al più presto. Servono riforme, il più possibile condivise. Servono interventi,anche coraggiosi, che possano definitivamente porre l'Istalia a paese faro del socialismo, esempio di una gestione della cosa pubblica solo e soltanto a favore del popolo. Le lavoratrici e i lavoratori di questo paese ce lo chiedono, e la loro fiducia sempre maggiore nel nostro partito e in quelli della coalizione deve essere lo stimolo e lo sprone per attuare le grandi riforme. Un paese socialista ha bisogno di una politica del grande passo in avanti, con grandi piani economici e sociali. Ci rendiamo conto che non c'è tempo per approntare degli efficaci piani tri o quinquennali, però riteniamo che un piano elaborato e fortemente basato sulle nazionalizzazioni dei sistemi economici e produttivi sia il modo migliore per raggiungere gli obiettivi prefissi. E il Ministro Colli ci sembra aver presentato un documento economico capace di soddisfare i criteri e i modi di attuazione. Un sistema bancario nazionale può garantire trasparenza e un accesso al credito molto più semplice.L'edilizia statale porterà a piani abitativi che non lasciano spazio alle speculazioni e che possono essere redatti con impatto ambientale sostenibile con la garanzia di un assoluto rispetto delle norme statali in materia. La Sanità, uno dei nodi di diritto fondamentali, non può e non deve essere lasciata in mano agli appetiti dei privati, il cui standard qualitativo è molto spesso inferiore ma a costi maggiori. Una sanità pubblica e soprattutto gratuita che possa rispondere ad ogni bisogno del cittadino utente è l'obiettivo che dobbiamo raggiungere, così come nei campi scolastici dove abbiamo già ridotto e ridurremo ulteriormente le spese legate al campo del privato, sbloccando così fondi utili per altri scopi. Lo stesso discorso vale per altri campi di produzione che devono assolutamente passare sotto controllo statale ed essere affidate ai lavoratori i quali potranno così organizzare la produzione secondo standard nazionali senza doversi guardare dalla concorrenza. Per anni hanno cercato di farci credere che il mercato era capace di autoregolarsi, compagne e compagni. Noi non ci abbiamo mai creduto, e abbiamo sempre contrastato questa visione che ha portato solo scompensi e povertà,speculazione e differenze sociali sempre più elevate. E' ora di sradicare completamente da questo nostro paese gli ultimi residui di questo pensiero fallimentare; il mercato ha bisogno di essere regolato per essere giusto.

Pertanto il C.C. dell'Unione dei Soviet Istaliani dà mandato ai Ministri e ai Parlamentari di votare a favore del provvedimento c.d. "Piano Colli" nelle proprie sedi di competenza (Consiglio dei Ministri e Assemblea Legislativa)

Letto e approvato il 22 luglio 2836

Ciccio Ratti, Presidente del Soviet Supremo

Leonardo Benevento, Responsabile Economia e Finanze U.d.S.I.

Date19:16:06, October 23, 2009 CET
FromRifondazione Social-Comunista
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageGli organismi del Partito Social-Comunista d'Istalia accolgono con gioia l'approvazione da parte del CC dell'Unione dei Soviet Istaliani del Piano Economico per il Socialismo redetto dal compagno ministro Colli. Il Segretario Baffo ha immediatamente contattato telefonicamente il compagno Ratti per ringraziarlo e per fissare i prossimi appuntamenti. Anche il ministro Colli ha avuto contatti con il compagno Benevento, che gli ha rinnovatomil suo appoggio.
Attendiamo eventuali ulteriori pareri, mentre il CC sta discutendo l'eventualità di porre una sorta di "questione di fiducia" durante la votazione del piano. E' stata infatti avanzata l'ipotesi di un'uscita dal governo dei ministri PSCdI nel caso il piano non venga approvato dal parlamento, rompendo unilateralmente l'allenza con gli altri partiti-membri della Sinistra Istaliana.

Ufficio stampa e propaganda del Partito Socil-Comunista d'Istalia

Date01:27:27, October 24, 2009 CET
FromPartito Borisista Istaliano - S.I.
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageCari compagni,
apprezziamo molto il dibattito costruttivo creatosi ma le nostre posizioni riteniamo non siano facilmente conciliabili.
Noi non crediamo che aver abolito il padronato significhi aver risolto tutti i problemi, tuttavia riteniamo che quella attuale sia la migliore possibile, riteniamo anzi che l'attuale legislazione in materia economica e sociale sia tra le migliori possibili.
Come voi non condividiamo l'idea che la mano invisibile del mercato risolva tutti i problemi; se lo pensassimo non saremmo d'accordo con l'attuale legislazione economica, sociale e del lavoro. Tuttavia, non crediamo a prescindere che la concorrenza abbia conseguenze negative. Le condizioni al contorno nel nostro paese lo impediscono. L'unica concorrenza possibile nel nostro paese è quella sulle capacità, sul saper fare qualcosa che i nostri cittadini preferiscano, saper venire incontro meglio ai loro bisogni. Dall'altro tipo di concorrenza, quella perniciosa, siamo immuni. Siamo immuni per la nostra legislazione che protegge l'ambiente contro ogni sopruso, siamo immuni perché i lavoratori non possono mettere a rischio la loro salute e la loro dignità, siamo immuni perché pubblicità fraudolente sono solo un ricordo lontano, siamo immuni perché i lavoratori non andranno mai contro i loro stessi interessi nella gestione della loro azienda. Non so se i lavoratori di oggi siano più buoni dei padroni di ieri, ma so che non si potranno comportare allo stesso modo.
Voi dite che non sarà la burocrazia a comandare le aziende, sarà forse direttamente il ministro Colli? Il ministro Panettiere? Cosa vuol dire “nessuna ingerenza se non per attività di controllo economico”? Se i lavoratori non potranno scegliere cosa e quanto produrre, come si può pensare che siano più liberi? Legare i loro guadagni anche all'esito dell'azienda è uno dei modi migliori affinché loro diano del loro meglio nella gestione dell'azienda; forse questo per voi è capitalismo ma non crediamo che andare contro la natura umana sia giusto in sé e per sé. Allo stesso modo non crediamo sia giusto togliere il diritto alla proprietà sulla propria casa. Se non possono essere sfrattate generazioni che vivono nella stessa casa, cosa può significare concretamente la proprietà statale? L'inalienabilità della casa? Non crediamo che si debba possedere qualcosa per goderne ma crediamo che una certa nozione di proprietà perlomeno per case e terreni sia inevitabile. Che tutti abbiano diritto ad una casa già oggi lo dice una legge che abbiamo sempre sostenuto.
Quanto all'attuale sistema bancario, i poteri forti del capitale sono un ricordo. C'è una banca nazionale a cui si affiancano piccoli sistemi di risparmio localizzato gestiti in modo comunitario. Non vediamo nell'autogestione finanziaria di una piccola comunità un nemico.
Detto ciò noi non crediamo di andare contro agli ideali della Sinistra Istaliana. Il simbolo della SI è la falce e martello: simboli del lavoro; la bandiera rossa è il simbolo della sfida dei lavoratori a chi li opprimeva, l'opposizione ai soprusi ed il coraggio della lotta. Noi crediamo di non essere venuti meno ai valori rappresentati da questi simboli e restiamo orgogliosi di essere giunti all'evoluzione sociale di questa società dalle vecchie società capitaliste gerarchiche alla nuova era di libertà e progresso sociale. La Sinistra Istaliana è casa nostra, nostra di chi oggi ne fa parte perché chi condivide il 90% delle azioni di governo nel paese, non può per un punto, seppure importante porre una pregiudiziale.
Raffaello Bartoletti
Segretario PBI


Date00:48:11, October 26, 2009 CET
FromRifondazione Social-Comunista
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageCompagni,
poichè riteniamo di essere giunti ad un punto di non ritorno nella discussione, visto che il PBI nel suo intervento di risposta non ha accennato neanche minimamente ad una possibile apertura sulla proposta, anzi ha continuato a ribadire le proprie convinzioni che riteniamo oramai essere collidenti con le nostre, e poichè è stata superata la scadenza del Gennaio 2838, il PSCdI mette ai voti la sua proposta per un piano economico per il socialismo, ponendo contemporaneamente una sorta di questione di fiducia: nel caso in cui il piano dovesse essere bocciato dal parlamanto l'Ufficio Politico ed il CC del PSCdI prenderanno per la prima volta in considerazione l'idea di non partecipare con la designazione di ministri ad un governo della SI. La questione dibattuta in questi mesi è per noi di fondamentale importanza, cari compagni del PBI, a nostro modo di vedere essa è discriminante per comprendere chi è socialista e chi non lo è. Perciò ci dispiace ma a mali estremi estremi rimedi, l'Istalia si è fermata oramai da troppo tempo, noi esigiamo che la SI le dia l'impulso per andare avanti verso il socialismo, cosa che sinceramente non stiamo facendo, od almeno alcuni di noi non fanno. Perciò se questa è la vostra idea continueremo solo noi a svolgere questo compito rivoluzionario, anche al di fuori dei governi, anche senza ricoprire cariche, unica cosa che pare interessare a taluni esponenti della SI.
Tuttavia confidiamo ancora nella (remota) possibilità che i compagni borisisti ed illuministi concedano almeno un'astensione "benevola" alla proposta, azione che porterebbe all'approvazione del testo. Ma non ci illudiamo: oramai non riconosciamo più in voi i compagni di tante lotte e di tante battaglie per il socialismo, infestati come siete dal germe della socialdemocrazia, contaminati dall'idea che si possa cambiare l'economia e la società senza toccare i cardini del capitalismo. Speriamo che qualcuno di voi si renda conto in tempo dell'errore e riconosca nella nostra proposta l'unica vera rivoluzione possibile.

Giuseppe Baffo,
segretario del Partito Social-Comunista d'Istalia.

Date09:34:37, October 26, 2009 CET
FromUnione dei Soviet Istaliani - S.I.
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageMi sento di rivolgere un appello ai Compagni del PSCdI. Abbiamo apprezzato e continuiamo ad apprezzare il lavoro svolto da voi, abbiamo trovato il piano Colli positivo e lo abbiamo condiviso. Vediamo chiaramente anche noi la sua importanza per la Nazione. Premesso ciò vi chiediamo ufficialmente di rivedere la pregiudiziale, o quanto meno di rimandarla nel tempo. L'ingresso sulla scena di un nuovo partito reazionario come il PPI, di cui ancora si sa poco ma che potrebbe divenire elemento di forte disturbo più in la impone in questo momento alla S.I. un minimo di spirito di coalizione. Ricordiamo che la F.B. è ancora il primo partito in Parlamento e che le spinte dei reazionari possono ancora tentare di imporsi in Istalia, e questo lo dobbiamo evitare.

Saluti Comunisti
Ciccio Ratti, Presidente del Soviet Supremo

Date11:51:44, October 26, 2009 CET
FromRifondazione Social-Comunista
ToDebating the Piano economico per il Socialismo
MessageCompagni dell' UdSI,
ovviamente il PSCdI non ha alcuna intenzione di lasciare il controllo del paese alle destre, ma questa è solamente un'ipotesi, al momento alquanto infondata. La situazione attuale dice che nel parlamento la SI ha una maggioranza assoluta e schiacciante, che però ci si rifiuta di capitalizzare per approvare riforme che portino al socialismo. Questo è ciò che sta accadendo ora, ciò che accadrà nella prossima legislazione nessuno può saperlo, a giochi fatti valuteremo come comportarci in seno alla Sinistra Istaliana. All'attuale stato delle cose riteniamo intollerabili le posizioni filocapitaliste del PBI e del PI, e ci sentiremmo, noi i nostri iscritti ed i nostri elettori, in forte disagio se al momento della creazione del governo facessimo finta che nulla sia accaduto, rinviando le riforme per il socialismo ad un avvenire non meglio specificato. Perciò, per ora, ribadiamo quanto affermato nell'intervento precedente, anzi, lo affermiamo ancora di più, visto che il PBI ha già annunciato il proprio voto contrario.

Comitato Centrale del Partito Social-Comunista d'Istalia

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no
  

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abstain
   

Total Seats: 160


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